Negli ultimi anni si è assistito ad un notevole incremento dei volumi di dati contenuti nei computer, sia casalinghi che professionali. Un’esigenza sempre sentita è, ed è stata in passato, quella di poter agevolmente trasportare questi dati e se un tempo i floppy erano il supporto usato da tutti, con l’avvento dei CD i floppy disk sono stati presto dimenticati.
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L’esigenza comunque di avere supporti sempre più capienti e soprattutto versatili e flessibili ed in questa ottica sono nate le prime penne USB, dotate di memoria di tipo flash, che hanno l’indubbio vantaggio di essere facilmente gestibili in termini di scrittura e cancellazione dei dati. In parallelo, per volumi di dati molto grandi, si è sviluppato il mercato dei dischi esterni: normali dischi da 3,5” inseriti in un contenitore collegabile al PC tramite un cavo USB. Per quanto i dischi esterni siano effettivamente molto più capienti e più affidabili delle penne USB, tuttavia l’handicap di detti dischi sta nella scarsa praticità: sono piuttosto ingombranti e pesanti, inoltre l’alimentazione della porta USB non è sufficiente, ragion per cui è necessario un alimentatore indipendente per il disco. Il tutto si traduce in un certo peso ed ingombro che è necessario portarsi dietro.
In questi termini l’uscita dei dischi esterni da 2,5” ha rappresentato un ottimo compromesso. I dischi sono molto più piccoli e leggeri, il contenitore di conseguenza è decisamente più piccolo, l’alimentazione della porta USB è sufficiente, per cui non necessitano di alimentazione supplementare: questi i grossi vantaggi nella scelta di un disco esterno da 2,5” rispetto ai tradizionale dischi da 3,5”. Ci sono alcuni svantaggi, come il costo (i dischi piccoli costano di più in proporzione) e le capacità di memorizzazione decisamente inferiori (ma con la nuova tecnologia perpendicular recording sono aumentate e si trovano dischi da 2,5” con capacità di 200 e 320 GB).
Detto questo, per chi avesse esigenze di trasporto dati in modo semplice e pratico (il contenitore sta in una tasca) dovrebbe prendere in considerazione questa possibilità, anche tenendo conto che il mercato, oltre ai prodotti “già pronti”, offre anche la possibilità di acquistare separatamente il disco ed il contenitore, scegliendo così la combinazione che meglio soddisfa le sue esigenze.
In relazione proprio alla possibilità di “assemblare” il proprio disco esterno, l’azienda Vizo ci ha dato la possibilità di testare un suo prodotto recente: il box Saturno, oggetto della recensione che segue.
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